Raffaella Arista
17.06.2011 – Ieri 16 giugno 2011, nel corso della trasmissione di Rai 2 “150 anni La Storia siamo noi” si è ricordata la tragedia di Alfredino Rampi. All’epoca, era il 1981, avevo solo 10 anni, ma ricordo la passione e lo sgomento con il quale i miei genitori vivevano il tragico evento. Io ero ancora bambina, ero figlia e non genitore, e non so immaginare quali potessero essere i miei stati d’animo, allora, pensando ad Alfredino prigioniero nel pozzo. Oggi ho quaranta anni e sono madre; e da madre ho vissuto, per la prima volta, ieri sera, guardando la trasmissione Rai 150 anni La Storia siamo noi, le terribili ore che hanno preceduto la morte di Alfredo. Ho provato una profonda angoscia. Ma mi sono anche arrabbiata e non ho preso sonno per l’intera nottata. Era necessario, per ricordare l’evento, farci ascoltare la voce di Alfredo che gridava: “mamma… basta… basta”? Era giusto? Questa mattina ho fatto una ricerca su internet ed ho scoperto, leggendo su Wikipedia, che dovrebbe esistere una sentenza del Tribunale civile di Roma che ha vietato che uscissero dagli archivi della Rai le sequenze in cui Alfredo Rampi «piange o singhiozza», «chiama la mamma o i soccorritori» e quelle in cui «i genitori e altri soccorritori cercano di tranquillizzarlo». Cosa ne è stato di questa sentenza? Perché ieri le grida del bambino e le parole della mamma che cercava di tranquillizzarlo sono state nuovamente trasmesse? Vorrei ricevere una risposta Vi ringrazio Firmato Raffaella Arista (madre)
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