Società Pannunzio
28.06.2014 – La “Società Pannunzio per la libertà d'informazione” ha emesso questa nota:
Abbiamo letto la presa di posizione del Presidente dell'Ordine dei giornalisti di Milano sulla sciagurata pagina di pubblicità pubblicata da De Bortoli di solidarietà a Dell'Utri, in cui si adombra una decisione dell’Ordine per essere stata posta in essere una “apologia di reato”.
Noi crediamo che un Ordine non dovrebbe nemmeno prendere in considerazione tale ipotesi. Non si può reagire a uno degli episodi più inquietanti del giornalismo italiano degli ultimi decenni risuscitando un reato di opinione che andrebbe cancellato dal nostro codice.
Naturalmente l'Ordine si deve pronunciare su una grave violazione del terzo comma dei Principi della Carta dei doveri deri giornalisti e dell'art.48 dell'Ordinamento della professione giornalistica, e sanzionarla di conseguenza.
La pagina del Corriere apre però una questione ben più grave. La pubblicità a sostegno di un colluso con la mafia e condannato definitivamente a sette anni di carcere la dice lunga sulla crisi epocale del maggiore organo dell’establishment italiano e conferma la sua preoccupantissima perdita di sensibilità democratica.
La Società Pannunzio, nel rivendicare il ruolo centrale dei lettori tra i protagonisti del mondo dell’informazione, ritiene che spetti innanzitutto a loro esprimere il giudizio sull’iniziativa del quotidiano milanese decidendo di non acquistare il loro giornale per la durata di tempo che essi stessi giudicano adeguata al torto subito.
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