Guido Scorza
21.01.2011 – C'è il sospetto che Audipress nasconda i dati sulla diffusione e sulla lettura dei giornali cartacei per non scoraggiare gli investitori pubblicitari. La stampa perde credibilità
"Nessun altro è credibile come me" recita uno degli slogan di "io sono la carta", la campagna di comunicazione lanciata dagli editori di giornali per spingere gli investitori pubblicitari a continuare a spendere centinaia di milioni di euro sui giornali di carta nonostante la crisi del settore dovuta alla concorrenza dei nuovi media.
La credibilità dell'informazione veicolata attraverso la stampa e, soprattutto, l'indipendenza degli editori dal potere politico ed economico è questione di straordinaria centralità in ogni Paese democratico considerato che, ancora oggi - nonostante il rapido diffondersi di Internet - la più parte della popolazione continua ad informarsi ed a formarsi un'opinione sociale e politica proprio attraverso i giornali.
E' la stessa campagna pubblicitaria degli editori, d'altra parte, a ricordare che il pubblico riconosce, la stampa come la fonte di informazioni più autorevole.
Un recente procedimento avviato dall'Autorità Garante per la concorrenza e per il mercato nei confronti dell'AUDIPRESS, società controllata dalla FIEG - la Federazione Italiane degli editori di giornali - e dalle principali agenzie di raccolta pubblicitaria, tuttavia, induce almeno a dubitare che i nostri giornali di carta siano, davvero, tanto credibili come gli editori raccontano e meritino l'autorevolezza che il pubblico loro riconosce.
L'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, sospetta, infatti, che l'Audipress tra il 2008 ed il 2009 abbia sospeso la pubblicazione dei risultati delle proprie rilevazioni relative alla diffusione ed alla lettura dei giornali, allo scopo di non scoraggiare gli investitori pubblicitari, rappresentando loro il reale andamento del mercato ed il progressivo ridimensionamento della diffusione dei quotidiani di carta a causa, tra l'altro, della crescente diffusione delle edizioni online.
Scrive l'Autorità Garante della concorrenza e del mercato nel proprio provvedimento di avvio dell'istruttoria: "In conclusione, i comportamenti descritti, in assenza di obiettive giustificazioni, appaiono evidenziare una strategia di Audipress finalizzata ad impedire la diffusione dei dati di lettura di quotidiani e periodici a partire dall'inizio del 2009. In particolare, detti comportamenti risultano strumentali ad ostacolare la diffusione di informazioni idonee a consentire una valorizzazione aggiornata degli spazi pubblicitari offerti dalle testate, alla luce dell'evoluzione del settore della stampa.". Come se non bastasse, proprio nei giorni scorsi, la stessa Autorità ha pubblicato la lettera di impegni che Audipress ha manifestato l'intenzione di assumere, al fine di porre rimedio agli illeciti contestatile.
La lettera rivela che è intenzione dell'Audipress continuare a riservarsi il diritto di non pubblicare i risultati di talune sue rilevazioni quando - almeno questa è la giustificazione offerta - vi sia il fondato sospetto che "si stiano utilizzando metodologie di Indagine errate o errati strumenti di raccolta dei dati, idonei a determinare la non attendibilità" dei risultati medesimi.
Guai a generalizzare o a trarre conseguenze affrettate ma davanti al fondato sospetto da parte di un'Autorità indipendente che gli editori di giornali abbiano inteso mantenere segrete talune informazioni per non compromettere i propri affari è difficile dirsi sicuri che, oggi - specie in tempo di crisi - l'informazione su carta sia davvero "la più credibile" come recita lo spot della FIEG.
I giornali di carta sono davvero indipendenti dal potere economico esercitato, tra l'altro, attraverso gli investimenti pubblicitari? Credo sia indispensabile iniziare a chiederselo ed ad esigere il massimo livello di trasparenza possibile.
[pubblicato su cadoinpiedi.it il 16 Gennaio 2011]
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