Società Pannunzio
09.02.2010 – Nel mondo dell'informazione vige da sempre la metafora del “cane da guardia”: il ruolo del giornalista è d'informare i lettori, sorvegliare i detentori del potere e le istituzioni politiche e finanziarie. Chissà dove e quando questa funzione è stata davvero realizzata. Noi conosciamo due degenerazioni: i “cani da guardia”, anziché ringhiare, hanno cominciato a fare le fusa ai Potenti come “micioni castrati” - secondo la definizione di Pansa -; poi hanno mutato il loro servilismo in aggressività, ricatto, invasività. Sono diventati cani pastore che hanno il compito di abbaiare per incanalare come pecore l'opinione pubblica. Secondo gli ordini del padrone.
Non tutti certo, ma troppi sì.
Questo spazio è per il “watchdog”. Diventiamo tutti “riformatori”, giornalisti e lettori. Denunciamo le fusa, i latrati e le castronerie. Torniamo alla dignità e al rispetto delle norme.
Ricominciamo a ringhiare.
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