Redazione
18.03.2010 – Riceviamo e volentieri pubblichiamo:
Ordine Nazionale dei Giornalisti
Associazione Stampa Romana
Federazione Nazionale Stampa Italiana (FNSI)
Associazione Stampa Parlamentare (ASP)
Unione Sindacale Giornalisti RAI (USIGRAI)
Associazione della Stampa Estera in Italia
Federazione Italiana Editori Giornali (FIEG)
Unione Cattolica Stampa Italiana (UCSI)
Unione Stampa Periodica Italiana (USPI)
Gruppo Giornalisti Uffici Stampa (GUS)
Unione Nazionale Cronisti Italiani (UNCI)
Associazione dei Giornalisti Europei (AGE)
Associazione Free Press
Sindacato Cronisti Romani (SCR)
Unione Giornalisti Italiani Scientifici (UGIS)
Accertamenti Diffusione Stampa (ADS)
AUDIPRESS
ASCAI
ASSOCOMUNICAZIONE
ASSOREL
Mediawatch Osservatorio Giornalistico
UNICOM
Associazione Italiana della Comunicazione Pubblica
Federazione Relazioni Pubbliche Italiana (FERPI)
Associazione Italiana Pubblicitari Professionisti (TP)
Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM)
Garante per la Protezione dei Dati Personali
Società Pannunzio
Roma, 18 marzo 2010
Oggetto: Trans, un forte richiamo alla correttezza e alla professionalità dei media
Presidenti, Direttori, Egregi Signori,
ci rivolgiamo a Voi affinché vi sia attenzione e rispetto per le persone transessuali. In questi ultimi mesi, infatti, a seguito di noti episodi di cronaca, i media italiani hanno inflazionato le loro pagine con immagini e contenuti fuorvianti rispetto la loro situazione. Quotidianamente, nonostante le tempestive precisazioni inviate agli organi di stampa da associazioni che si battono per la difesa dei diritti delle persone transessuali e che negli anni gia’ avevano ampiamente lavorato sulla delicata questione del lessico e dell’immagine, sono state definite al maschile persone in condizione psichica e fisica femminile, si e’ disinvoltamente usato il termine viado, offensivo poiché derivazione del portoghese desviado, mentre altrettanto scorretta è stata e continua a essere la gestione delle immagini della persona transessuale che, evidentemente, nell’immaginario giornalistico spazia solo tra la drag-queen ed eccentriche nudita'.
Altra gravissima semplificazione tanto cara ai media continua a essere quella di utilizzare il termine transessuale come sinonimo secco di prostituta, cosi’ come il termine “lavora” sostituisce assai spesso disinvoltamente il termine “si prostituisce”, per esempio non e’ purtroppo raro leggere “il trans che lavora nel posto x” piuttosto che “la prostituta (o il prostituto, o la donna, o l’uomo, o il/la trans) che si prostituisce nel posto x”. Tutto ciò senza alcun pregiudizio da parte nostra rispetto le persone che si prostituiscono, ma per combattere e sconfiggere un automatismo che non descrive la realtà.
Come e’ noto la realtà transessuale investe entrambe le direzioni di transizione: esistono maschi transizionanti femmina e femmine transizionanti maschio. In campo internazionale si usa l'acronimo "FtM" per indicare i transessuali da femmina a maschio e "MtF" a indicare le trans da maschio a femmina.
Pertanto, il genere da utilizzare per quando si parla e si scrive di persone transessuali, politicamente corretto e rispettoso nei loro confronti, è quello di loro elezione. Nel caso di transgender MtF aggettivi e articoli riferiti a persone transgender/transessuali saranno declinati al femminile, mentre - al contrario - nel caso di FtM saranno declinati al maschile. Sempre nel rispetto della persona, in buona sostanza, si utilizza il genere del sesso di arrivo e non di partenza, anche nei casi in cui la transizione fisica non sia completa.
Tutto questo è fondamentale perche’ proprio i media potrebbero avere un ruolo decisivo per affermare rispetto e conoscenza contro ignoranza e prevenzione, poiché le persone transessuali vivono condizioni sociali di grande pregiudizio, trovano continui ostacoli nella quotidianita’, nella ricerca o nel mantenimento di un lavoro, nella ricerca di una casa e cosi’ via.
Tutto ciò è ben raccomandato peraltro dagli articoli 9,10 e 11 del Codice Deontologico che si riferisce al trattamento dei dati personali nell’esercizio dell’attività giornalistica (ai sensi dell'art. 25 della legge 31 dicembre 1996, n. 675 - decisione del CNOG del 29 luglio 1998). Riguardo al necessario rispetto della condizione di molte persone transessuali straniere inoltre occorre evidenziare quanto indicato dalla Carta di Roma - Protocollo deontologico concernente richiedenti asilo, rifugiati, vittime della tratta e migranti sottoscritta dal Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti e dalla Federazione Nazionale della Stampa Italiana, condividendo le preoccupazioni dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR).
Qui di seguito segnaliamo infine quanto il Professore Tullio De Mauro spiegava su Il Sole 24 Ore del 23 novembre 2009:
Quando la regola di grammatica usa come bussola il rispetto della persona.
Lo si scopre ponendosi la domanda sul "sesso" del trans. Da quando e' scoppiato il caso Marrazzo i giornali, le televisioni e il pubblico si interrogano (anche) sul genere con cui declinare la parola trans: il o la? Chissà. Persino un linguista di fama come Tullio De Mauro è costretto ad ammettere che la questione non è di poco conto: «Quando abbiamo affrontato la questione per il Grande dizionario italiano ne abbiamo discusso a lungo» ricorda. La conclusione a cui si è approdati? «Abbiamo deciso che prevale l'uso sostantivale della parola, si può dunque usare sia il maschile che il femminile». Ma quando si usa l'uno e quando l'altro? È qui che la grammatica si inchina al rispetto della persona. “Ci sembrava giusto – e così riporta il dizionario – che a prevalere fosse il sesso di arrivo del transessuale, quello da lui o lei desiderato e verso il quale ha deciso di modificare il suo corpo. In questo modo ci è sembrato di poter rispettare contemporaneamente la grammatica e la persona umana nelle sue aspirazioni”.
Ci auguriamo che questa Lettera – Appello trovi attenzione e accoglimento.
Associazione Crisalide PanGender
Associazione Radicale Certi Diritti
Associazione Trans Genere
Associazione Evadamo
Azione Trans
Circolo Pink Verona
Circolo Maurice Torino
Cgil Nazionale – Settore Nuovi Diritti
Ireos - Centro Servizi Autogestito Comunità Queer
Mit - Movimento Identità Transgender
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