Gilberto Corbellini
13.02.2010 – Il problema di come comunicare le informazioni medico-sanitarie per promuovere la salute individuale o di una popolazione è qualcosa di relativamente recente. Prima che la ricerca e la clinica medica diventassero efficaci, i medici praticavano una comunicazione consolatoria o strumentale, che non si preoccupava di rispettare i valori e le preferenze dei pazienti. Oggi, che i medici dispongono di conoscenze e tecniche mai così affidabili e avanzate, e l’autonomia decisionale del paziente è diventata quasi un dogma nel contesto occidentale, la comunicazione tra medico e paziente o la diffusione di informazioni sanitarie di pubblica utilità non sono certo più facili. Anzi.
La comunicazione della salute presenta interessanti e illuminanti paradossi. Che finora sono stati esaminati e discussi soprattutto, salvo qualche nicchia poco ascoltata di medici e psicologi italiani, dalla letteratura specializzata o divulgativa anglosassone. Ne emerge una rete complicatissima di interazioni tra soggetti e tra istituzioni, e che in parte si autogoverna per raggiungere livelli di efficacia adattati ai contesti culturali, e in parte viene modulata per ottenere specifici obiettivi. Se i tentativi di utilizzare funzionalmente questa rete non vengono praticati con competenza e responsabilità, quindi con consapevolezza delle dinamiche in gioco, ne possono conseguire risultati opposti a quello desiderati. Come l’aggravamento, fino a esiti tragici, di una situazione medica a livello del singolo malato o di una popolazione.
Esempi dell’importanza della comunicazione rispetto alle questioni medico-sanitarie se ne potrebbero raccontare a centinaia. Cominciando dagli errori che sono stati fatti, rispetto alla recente vicenda dell’influenza H1N1. La confusione e le contraddizioni nella comunicazione in alcuni paesi occidentali, tra cui l’Italia, insieme alla penosa immagine di irresponsabilità e disinformazione che la comunità dei medici italiani ha dato di se stessa, eludendo in massa la vaccinazione, suscitano un senso di paura per le conseguenze di eventuali emergenze pandemiche davvero serie. Rimane che la comunicazione in medicina e sanità pubblica è l’aspetto che maggiormente influenza il livello di soddisfazione da parte dei fruitori di prestazioni medico-sanitarie. Tutte le ricerche empiriche lo dimostrano, ed è stato più volte confermato che il tempo dedicato ai pazienti, la disponibilità all’ascolto e un atteggiamento sereno ed empatico del medico sono variabili che contano. In modo particolare, l’efficacia della comunicazione è la più sicura difesa contro il rischio di essere denunciati per negligenza dai pazienti. E con i tempi che corrono sarebbe il caso che i medici ne tenessero conto. E che, invece di interrompere il racconto del paziente dopo soli 18-23 secondi dall’inizio della conversazione, come dimostrano diversi studi empirici, fossero più disponibili all’ascolto.
Chi desideri documentarsi sui molteplici e tra loro connessi risvolti della comunicazione della salute può leggere un testo ritagliato sulla nostra realtà nazionale: La comunicazione della salute. Un manuale (Raffaello Cortina Editore, Milano, pp. 480). Lo ha commissionato e prodotto la Fondazione Zoé. Dove “Zoé” sta per Zambon (importante gruppo farmaceutico nazionale) Open Education. Nata solo due anni fa, la Fondazione ha lo scopo di stimolare in Italia dibattito pubblico sull’evoluzione delle idee di “salute, qualità della vita e benessere” e i significati che hanno assunto e possono assumere nei diversi contesti sociali e professionali. In pratica, intende ritagliarsi un ruolo tra le non numerose fondazioni farmaceutiche che producono cultura biomedica e sanitari di qualità. E si propone sia di formare operatori del campo medico-sanitario e dell’informazione, sia di aiutare l’opinione pubblica a diventare consapevole dei problemi e dei limiti attuali della comunicazione della salute, realizzando iniziative per diffondere strumenti culturali, in particolar modo conoscenze e informazioni affidabili, utili per fare scelte responsabili.
[dal "Sole24Ore" del 14 febbraio 2010]
Argomenti correlati: Corbellini, osservatorio scienza, Fondazione Zoé, medicina -
Nessun commento