Giovanni La Torre
16.10.2012 – Avete notato che lo scandalo di Tributi Italia, cioè di quel signore che si metteva in tasca direttamente le tasse che incassava per conto dei comuni, è praticamente sparito dai giornali e Tg nazionali? Perché continuano a parlare di Er Batman che avrebbe rubato molto meno, di Formigoni e compari, e non di quel Saggese e della sua società? Chi stanno coprendo? Il sospetto che stiano coprendo qualcuno o qualcosa di grosso è forte. Primo, perché la notizia è arrivata alla magistratura con qualche anno di distanza da quando è stata scoperta; secondo, perché prima che lo scandalo emergesse si è cercato in mille modi di occultarlo anche con provvedimenti legislativi, terzo, l'ammanco è di 100 milioni ma il Saggese ne avrebbe intascati "solo" 20, gli altri 80 a chi sono andati? Ecco un'altra dimostrazione di cosa sono i media italiani, e poi ci lamentiamo che vengano eletti Berlusconi, Scajola, Er Batman, Penati, Formigoni, Polverini, ecc., e ci permettiamo di dare la colpa al popolo italiano che li vota: "ma mi faccia il piacere" direbbe Totò.
In un altro paese un fatto come quello di Tributi Italia verrebbe ritenuto della massima gravità, ma noi, si sa, siamo superiori a certe cose, non siamo mica provinciali come i tedeschi che sono attaccati al centesimo. D'altro canto è nota la considerazione che i media italiani riscuotono all'estero. Finora quando vi ho parlato di Transparency International vi ho sempre riferito della collocazione che viene assegnata al nostro paese nella classifica sulla corruzione (69° posto insieme al Ghana con voto 3,9 su 10), ma quella organizzazione internazionale redige anche i "NIS - Sistemi di Integrità Nazionali" che per quanto riguarda l'Italia risale al 2011. Nel capitolo sui Media, come strumenti per combattere la corruzione, si possono leggere affermazioni del tipo:
- "in generale, la qualità dell'informazione rimane mediocre. La maggior parte dell'informazione è 'allineata'"
- "l'indipendenza dei programmi [televisivi] è scarsa, visti i legami strutturali esistenti tra il 'sistema televisione' e l'élite politica"
- "i casi di corruzione più eclatanti ... ricevono grande visibilità sui media (in particolare sui giornali). Al di fuori di questi grandi scandali, purtroppo, i media si occupano poco del tema. Lo stesso accade per le analisi critiche sull'operato del governo"
- "il sostegno a un partito politico, specie quelli della coalizione al potere, costituisce per giornalisti e per produttori la scorciatoia per scalare posizioni nell'esecutivo della Rai"
- "l'assenza di giornalismo investigativo, salvo rare eccezioni"
- "nonostante la quantità di codici e regole, i giornalisti non sono molto attenti alle regole del giornalismo etico 'alla Montanelli'"
- "secondo gli esperti intervistati, la maggior parte dei giornalisti ha un atteggiamento servile verso i personagi importanti, riducendo così il giornalismo alla mera trascrizione delle loro parole senza alcuna critica o filtro ... gli scoop nascono spesso da informazioni passate da personaggi influenti (o dai loro uffici stampa), e non da proprie fonti"
- molte trasmissioni televisive si focalizzano maggiormente sulle indagini relative a crimini particolarmente efferati (omicidi, rapimenti, ecc.), risultano invece scarse le indagini giornalistiche relative ai crimini economici, inclusa la corruzione".
Con queste considerazioni, il voto che riscuotono i media per la loro "funzionalità" rispetto alla lotta alla corruzione è di 25 su 100, sarebbe il 2 e 1/2 delle nostre scuole. Allora di che ci lamentiamo? Veramente crediamo che la colpa sia dell'elettorato?
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